Metà novembre a Stroppare (Pd)... Le foglie continuano a cadere sulle nostre arnie |
Le api non temono il freddo, purchè l'alveare sia ben popolato e carico di miele. Il gran numero di api consente alle stesse di riscaldarsi l'un l'altra per mezzo dello sfregamento ed il miele assolve alla sua funzione di fonte di cibo, indispensabile per qualsiasi essere vivente.
Se da un lato dunque non c'è da preoccuparsi del freddo, diverso è il discorso per quanto riguarda l'umidità. Il nostro territorio, la bassa provincia padovana, è infatti tipicamente zona di nebbie invernali.
E' importante pertanto coibentare bene le arnie ed i nuclei d'api in maniera tale da isolarli il più possibile dal freddo e dall'umidità esterne. A tale scopo ho provveduto a "foderare" i copri favi delle arnie con un paio di strati di sacchi di juta ben disposti; le arnie poi sono normalmente coperte da un tetto in lamiera che impedisce il passaggio di acqua piovana e di umidità in generale.
All'interno delle arnie normalmente sono presenti 10 favi. In preparazione all'inverno i favi vuoti e comunque in genere quelli non coperti dalle api, sono stati tolti in maniera tale da stringere le api su non più di 6-8 favi. Le parti più esterne di ciascuna arnia sono dunque rimaste vuote, prive dei favi. In questi spazi ho inserito dei pezzi di polistirolo di forma rettangolare, della stessa dimensione del lato dell'arnia, in modo tale da realizzare un vero e proprio "cappotto" interno a ciascun alveare.
Le aperture poste all'ingresso di ciascuna arnia sono state ridotte ed anche i nuclei d'api posti su porta sciami da 6 favi, sono stati dotati di porticina di ingresso invernale (che presenta un'apertura molto piccola, giusto per consentire il passaggio dell'ape in entrata ed in uscita).
Siamo dunque pronti ad affrontare l'inverno, con fiducia e con la consapevolezza che di certo arriveremo a primavera arricchiti di nuovi insegnamenti.
Al prossimo post!
Alessandro