Esistono diversi modelli di arnia potenzialmente impiegabili in apicoltura, ciascuno nato in un particolare periodo storico e/o luogo geografico.
Cito le arnie c.d. Dadant-Blatt (d'ora in poi nel post "D.B."), Langstroth, Italica Carlini, Cuoriforme Tonelli, ma ve ne sono diverse altre tipologie.
Il concetto di arnia razionale, impiegata per l'esercizio più o meno professionale dell'apicoltura, nasce verso la metà dell'800, quando in America, il reverendo Lorenzo Langstroth ideò l'omonima arnia; era il 1851.
Qualche anno dopo Dadant modificò la Langstroth e successivamente vi intervenì Blatt; da queste ultime modifiche, negli anni '30 nacque l'arnia Italica Carlini.
Oggi nel nostro Paese si utilizza molto la D.B. da 10 o 12 telaini, ed anche noi abbiamo deciso di adottare questa soluzione.
Le D.B. possono contenere come detto 10 oppure 12 telaini; nel primo caso avremo un'arnia più leggera, più adatta al nomadismo, in quanto più maneggevole; nel secondo caso avremo un'arnia meno maneggevole e più indicata per un'apicoltura stanziale.
Noi stiamo ancora testando le due diverse soluzioni per capire quale tra le due più si adatta alle nostre esigenze.
Le nostre prime due arnie D.B. da 10 telaini; la parte più grande, sotto, è il nido; sopra il melario |
In effetti noi in questo momento stiamo praticando soltanto apicoltura stanziale però, sinora, abbiamo utilizzato solo arnie D.B. da 10 telaini. Dal 2014 introdurremo le D.B. da 12 telaini soprattutto al fine di praticare un'apicoltura meno pressante dal punto di vista degli interventi da parte nostra; in effetti un'arnia più capiente dovrebbe consentire una crescita delle famiglie con minori rischi di sciamatura poiché la famiglia ha più spazio nell'alveare, da cui ne deriva che anche i nostri interventi dovrebbero risultare più diradati. Staremo a vedere.
A differenza della Langstroth, la D.B. ha i moduli del nido e del melario di dimensioni diverse tra loro. Nella Langstroth i due moduli sono di eguali dimensioni.
Nella D.B. il nido, ovvero il corpo dell'arnia in cui le api vivono e nel quale la regina depone le uova, presenta un'altezza di 32,8 cm. mentre il melario, modulo posto sopra il nido nel periodo di produzione del miele, ha un'altezza di 15,4 cm.
Il melario contiene un telaino in meno rispetto al nido; dunque, per esempio, ad un nido da 10 telaini, corrisponderà un melario da 9 telaini. Nel melario dunque i telaini saranno disposti ad una distanza maggiore uno dall'altro rispetto a quanto si può osservare nel nido. Ciò determina che le celle dei favi del melario saranno più profonde rispetto alle celle dei favi del nido, il che rende le celle del melario meno adatte alla deposizione delle uova e dunque più adatte a ricevere scorte di miele.
Il miele del melario sarà quello che l'apicoltore potrà prelevare per il proprio consumo e/o per la vendita.
Il materiale con cui si realizza l'arnia è generalmente il legno. Noi, che ci stiamo cimentando con l'autocostruzione delle nostre arnie, abbiamo deciso di utilizzare solo legno di abete italiano.
Oggi stiamo costruendo un'arnia per mezzo di tavole di abete realizzate mediante incollaggio di vari listelli di legno, uno a fianco all'altro. Questo per via della difficoltà nel reperire tavole di abete non lamellare (dunque tavole provenienti in toto dalla sezione di un albero) della larghezza necessaria (almeno 32-33 cm di larghezza).
Abbiamo però di recente trovato un fornitore che è in grado di soddisfare questa nostra esigenza per cui, dalla prossima arnia, utilizzeremo legno non incollato.
Per quanto riguarda il colore (dedicherò di certo un post quanto prima alla percezione dei colori da parte delle api) abbiamo deciso di verniciare le nostre arnie soltanto con coloranti naturali, non contenenti sostanze chimiche di sintesi, né derivati dal petrolio.
L'arnia è il luogo in cui vive l'ape per la stragrande maggioranza della sua vita (la regina per tutta la vita). Dobbiamo cercare di realizzare un'"abitazione" il più possibile in armonia con l'ambiente naturale.
Ecco perché utilizziamo coloranti completamente naturali (anche se costano di più rispetto a quelli tradizionali) e perché utilizziamo tavole di abete (made in Italy) non incollate.
Rispetto per le api e rispetto per la Natura. Queste sono due condizioni per noi imprescindibili per fare apicoltura e dalle quali discendono poi tutte le altre considerazioni.
Al prossimo post!
Alessandro
Per le arnie non avete mai sentito parlare di spazio mussi ?
RispondiEliminaGrazie del commento! Si, lo spazio Mussi è un'idea che ci piace perché è un sistema di lotta alla varroa completamente naturale che prevede di posizionare i telaini del nido ad una distanza maggiore uno dall'altro rispetto alle distanze standard.
RispondiEliminaNon abbiamo per ora adottato tale soluzione ma di certo in futuro la sperimenteremo.
Grazie!
Alessandro