Oggi 25 aprile 2013 abbiamo fatto visita alle nostre api verso le ore 17:00. La giornata è stata splendida; sole e temperatura piacevolissima!
Dalle 16:30 alle 17:00 abbiamo inserito, per mezzo dell'apposito inserifilo elettrico, il foglio cereo sui telaini da melario e, per l'appunto una volta ultimato questo lavoro, io ed Alberto ci siamo recati in apiario ciascuno portando un melario con i relativi telaini.
Ciascun melario contiene 9 telaini. Noi ne avevamo però solo 16 per cui per ora ne abbiamo messi 8 in un melario ed 8 nell'altro. Nei prossimi giorni andremo ad acquistare delle tavole di legno di abete e prepareremo altri telaini sia da nido sia da melario in previsione del prossimo ampliamento dell'apiario..
Una volta giunti sul posto per prima cosa abbiamo controllato i cassettini antivarroa di entrambe le arnie. Tutto ok. Nessuna traccia di varroa. Qualche pallina di polline e residui di cera; quindi tutto nella norma.
Abbiamo aperto quindi per prima l'arnia nr. 01 visto che ieri avevamo lavorato sulla nr. 02. L'obiettivo era quello di controllare lo stato del telaino trappola per la lotta bio meccanica alla varroa, di spostare detto telaino nel lato più esterno dell'arnia e di inserire al posto di questo un telaino da nido dotato di foglio cereo.
Ecco il video di parte delle operazioni effettuate sull'arnia nr. 01
Abbiamo notato che il favo naturale costruito dalle api sotto la base del telaino trappola presentava segni di covata. Abbiamo visto infatti numerose larve all'interno delle cellette del favo. Ottimo, era ciò che volevamo vedere!
Nell'ambito dello stesso controllo abbiamo visionato lo stato anche degli altri telaini del nido -purtroppo il video si è interrotto causa esaurimento dello spazio della memoria -( !
In ogni caso abbiamo visto alcuni telaini carichi di miele (dunque telaini di scorte) ed altri in cui c'era una buona quantità di covata, soprattutto già opercolata.
Nessuna traccia di celle reali ed anche questo ci rassicura in merito al fenomeno della sciamatura..!
Una volta ultimato il controllo dell'arnia nr. 01 abbiamo posizionato la griglia escludi regina sopra il nido e quindi il melario sopra di essa. Infine abbiamo posizionato il coprifavo ed ancora il tetto.
La griglia escludi regina è una vera e propria griglia di metallo che consente alle api di passarvi attraverso in maniera tale da poter salire a melario per deporre il miele nelle cellette dei favi, ma che impedisce altresì all'ape regina di salire nel melario. L'impedimento avviene per mere ragioni fisiche. La regina ha infatti una dimensione maggiore rispetto alle operaie e tale dimensione non le permette di passare attraverso la griglia metallica che abbiamo posizionato.
Questo accorgimento è utile per evitare che la regina salga a deporre le uova nel melario. Non sarebbe un dramma ma rovinerebbe il "raccolto" di miele contenuto nel melario.
Infine abbiamo aperto anche l'anria nr. 02, che avevamo aperto anche ieri, per controllare alcuni telaini a campione. Non abbiamo riscontrato anomalie.
Anzi ci ha fatto piacere constatare che il telaino da nido, dotato di solo foglio cereo, che abbiamo inserito ieri (rif. post "Le famiglie crescono... e si vede!) era stato quasi ultimato dalle api; esse avevano cioè quasi ultimato di costruire il favo in detto telaino, segno che con queste belle giornate stanno lavorando davvero molto, e bene.
Io credo che la società delle api sia una delle manifestazioni della Natura più cariche di significato. Nell'alveare troviamo un concentrato di organizzazione, forza ed intelligenza così importante che all'occhio dell'uomo può sembrare perfino sconvolgente.
In molti casi vediamo, direttamente o tramite i mezzi di comunicazione, il manifestarsi deciso- anche violento- della Natura, ma più raramente invece ci imbattiamo in una Natura in cui coesistono nello stesso fenomeno: forza, socialità, rispetto rigoroso dei compiti e perfino rispetto millimetrico di misure matematiche e disegni geometrici, nell'ambito della realizzazione di costruzioni naturali.
Tutto questo (ed anche di più) è un alveare.
Oggi, 24 aprile 2013, ci siamo recati in apiario alle 19:00. Il Sole era ancora alto e le api erano ancora impegnate nel loro consueto via vai.
Lo si poteva dedurre dal movimento che era presente sui predellini di volo delle arnie anche se, a differenza di altre visite effettuate in un orario diverso (tarda mattina o primo pomeriggio), il movimento in questione era molto meno marcato perchè le api pian piano si stavano comunque preparando a rientrare in vista della sera e poi della notte.
L'obiettivo della nostra visita oggi era quello di capire quanto lavoro avessero fatto le api rispetto al nostro ultimo passaggio del 14/04 u.s.
Sono quindi passati 10 giorni e ci aspettiamo che le api abbiano in questo lasso temporale ultimato di costruire il favo sul telaino da melario posto quale trappola bio meccanica per la lotta alla varroa e che abbiano quasi ultimato di costruire il favo anche sul telaino da nido più esterno che la scorsa volta non era ancora stato iniziato dalle api.
Se così fosse inseriremo l'ultimo telaino da nido dotato di solo foglio cereo così da dare ulteriore sfogo alla crescita della famiglia.
A quel punto avremo occupato tutti gli spazi disponibili sul nido e posizioneremo quindi il melario, anche in vista della prossima grande fioritura dell'acacia.
Ecco il video relativo alle operazioni sopra descritte che abbiamo posto in essere sull'arnia nr. 02.
Come si vede dal video, fortunatamente, tutte le nostre aspettative si sono palesate e di ciò siamo veramente contenti!
Vista questa situazione abbiamo deciso di tornare domani in apiario per posizionare su entrambe le arnie i melari. Ci prepariamo così a vedere i primi melari carichi di miele.. (o almeno lo speriamo!!)..
Prima di andar via, seguendo anche il consiglio dell'amico apicoltore Salvatore, abbiamo tolto alle casette la porticina di lamiera posta all'ingresso. Questo al fine di dare maggiore libertà di movimento alle bottinatrici nell'ambito del loro incessante via vai.
Ci siamo recati in apiario per la nostra visita di controllo domenica mattina, 14 aprile, alle 11:00.
Scrivo solo oggi, 17 aprile, perchè ho avuto qualche disguido con la linea internet... Problemi tecnologici insomma..!
Come detto domenica scorsa abbiamo visitato le nostre api. La giornata prometteva proprio bene perchè già da 3 giorni il tempo si era messo al bello e, per l'appunto anche domenica mattina, il sole la faceva da padrone. La temperatura era decisamente gradevole, sui 20°.
Quando siamo arrivati in prossimità delle arnie abbiamo notato che le api stavano facendo tranquillamente il loro lavoro. Come si vede infatti dal video poco sotto le api entravano ed uscivano incessantemente dall'arnia; chi entrava portava polline (sulle zampe) e nettare (nell'ingluvie); chi spiccava il volo dal predellino era invece scarica e partiva in direzione dei fiori da bottinare.
Questo normale via-vai di api ci ha rassicurato perchè è ciò che ci si aspetta di vedere quando le famiglie stanno lavorando come dovrebbero. Ci saremmo dovuti preoccupare invece se avessimo visto api in lotta tra loro sul predellino di volo e voli caotici (e non invece ordinati come si vede dal video) in prossimità delle arnie.
In questi ultimi casi infatti era probabile che stessimo assistendo ad un tentativo di saccheggio dell'alveare da parte di un gruppo di api appartenenti ad una famiglia diversa e più forte di quella attaccata.
In ogni caso, come detto, tutto sembrava andare per il meglio, così abbiamo dato corso all'apertura dell'arnia nr. 01.
Abbiamo sollevato ogni singolo telaino ed abbiamo notato, come l'altra volta, grandi scorte di miele ed ancora una volta parecchia covata già opercolata e dunque quasi pronta a sfarfallare.
Uno dei due telaini da nido, dotati di solo foglio cereo, che avevamo inserito era stato ultimato dalle api (che avevano quindi costruito su entrambi i lati il favo di cera) e le cellette erano state quasi tutte riempite di miele. Si tratta dunque di un telaino di scorte per le api.
Nell'altro telaino da nido invece la costruzione del favo da parte delle api non era ancora iniziata.
Molto positivo poi ciò che abbiamo visto sul telaino da melario, che come ho scritto in un precedente post, abbiamo inserito per dar corso alla lotta alla varroa con metodo bio-meccanico.
Le api avevano infatti quasi ultimato di costruire il favo all'interno del telaino da melario e stavano poi iniziando a costruire un favo naturale attaccato alla base del telaino da melario stesso. Ovvero esattamente ciò che speravamo stessero facendo.
Il favo naturale sarà composto infatti prevalentemente da celle all'interno delle quali veranno allevati fuchi, che come sappiamo sono più propensi ad essere attaccati dalla varroa.
Noi interverremo qualche giorno prima della nascita dei fuchi (sfarfallamento) eliminando il favo naturale e quindi anche tutto il carico di varroa. Sperando di non sbagliare i tempi di intervento.. -))
Purtroppo non è stato possibile procedere all'apertura della seconda arnia perchè proprio mentre stavo per ultimare il controllo della prima arnia sono stato punto alla mano da 3 api..
Il veleno che mi avevano rilasciato aveva generato un bel caos tra le api membre della stessa famiglia, le quali erano diventate decisamente aggressive.
Abbiamo comunque visto che anche all'ingresso della seconda arnia c'erano api che entravano ed api che uscivano in maniera del tutto ordinata e regolare per cui abbiamo deciso di non forzare i tempi e di rimandare il controllo di quest'arnia alla prossima visita che abbiamo programmato per sabato 20 o domenica 21 aprile.
In quell'occasione vorremmo trovare anche l'ultimo telaino da nido inserito ormai completato e così anche per il telaino da melario ed il sottostante favo naturale.
Se così sarà inseriremo un ultimo telaino da nido all'interno dell'arnia e potremmo anche pensare di sovrapporre al nido stesso il melario, per iniziare con la prima produzione di miele millefiori..
Oggi, 10 aprile, abbiamo visitato le nostre api
alle ore 19:00. Il sole era ancora alto e la temperatura si
attestava sui 17°.
Lo scopo della visita era controllare lo stato di
sviluppo delle famiglie per capire i progressi fatti rispetto alla
nostra ultima visita del 6 aprile.
Quattro giorni fa avevamo
provveduto ad inserire in ciascuna arnia un telaino da melario per la
lotta con metodo bio meccanico alla varroa e 2 telaini da nido, per
dar sfogo alla spinta di crescita delle famiglie.
In entrambe le arnie abbiamo constatato
che uno dei due telaini da nido è in corso di costruzione. Le api
hanno quasi ultimato di creare il favo con la cera. L'altro telaino
da nido e quello da melario invece erano ancora intatti, segno che
le api non hanno ancora iniziato a lavorarci.
Le api hanno quasi completamente costruito il favo di uno dei due telaini inseriti 4 giorni fa
D'altro canto il tempo continua ad
essere poco propizio. Oggi è stata effettivamente un bella giornata
ma il tempo buono non è ancora costante. Con queste condizioni le
api sono limitate nella loro attività; in ogni coso riteniamo
positivo che abbiano quasi ultimato di costruire uno dei due telaini
da nido su ciascuna arnia.
Abbiamo controllato anche il cassettino
posto sotto ciascuna arnia e la cui funzione è appunto quella di
contribuire al controllo dello stato di salute dell'alveare. Tra i
residui trovati nel cassettino non abbiamo trovato tracce di varroe,
il che è molto positivo.
Abbiamo quindi velocemente estratto e
poi reinserito nell'arnia, uno ad uno, i telaini al fine di capire
come si stava sviluppando lo sciame. Abbiamo notato la presenza di
ottime scorte di miele (2 telaini pieni per ciascun alveare ai quali
bisogna aggiungere la corona di miele presente su ciascun telaino (la
corona è la zona del favo posta più in alto).
Gli altri telaini erano popolati da
covata, sia fresca sia opercolata (l'opercolo è il sottile strato di
cera con cui le api sigillano ciascuna celletta del favo -per quanto
riguarda le celle che accolgono covata- una volta ultimata la
nutrizione a ciascuna larva destinata a diventare un'ape).
Ma perchè il titolo di questo post è:
adeguarsi ai tempi della natura?
La risposta è: per sottolineare che
oggi noi non l'abbiamo fatto ed abbiamo sbagliato.
Cos'è successo... L'errore sta
nell'orario in cui abbiamo effettuato la visita, ovvero le 19:00. E'
vero che le giornate si stanno allungando e che, come detto poco
sopra, il sole era ancora abbastanza alto in cielo, tuttavia non
abbiamo tenuto in considerazione due fattori:
1 – a differenza della scorsa volta
non abbiamo notato movimento davanti alle arnie, segno che le
bottinatrici erano già rientrate per l'incombere della sera. Questo
significa che all'interno dell'alveare era presente senz'altro un
numero di api considerevolmente più elevato rispetto a quelle che
avremmo trovato se avessimo ispezionato le arnie alle 16:00, per
esempio.
Le api bottinatrici sono quelle più
anziane ed anche quelle più propense a pungere...
2 – le api lavorano sodo tutto il
giorno e dunque alla sera desiderano anche loro riposare. Quindi è
sconsigliabile aprire le arnie di sera sia perchè disturbiamo le api
sia perchè, come conseguenza di questo, esse sono più nervose del
dovuto.
Il lavoro ed altre questioni ci hanno
portato a visitare comunque l'apiario ma così facendo abbiamo
imposto i nostri ritmi alle api, sbagliando.
Nel corso della visita le api erano
infatti sensibilmente nervose ed aggressive (ed abbiamo rimediato una
puntura a testa!)...
In futuro cercheremo di migliorare
questo aspetto nella logica del rispetto delle abitudini e del tempo
delle api e dunque della Natura.
Ecco il video dal quale si può vedere il controllo effettuato sull'arnia nr. 01.
Oggi, 6 aprile 2013, è stata veramente
una bella giornata primaverile. La temperatura è oscillata tra i 10°
circa della mattina e i 18° raggiunti alle 14:30.
La giornata si è inoltre
contraddistinta per la presenza del sole, anche se ogni tanto
facevano capolino delle nuvole tipiche della primavera che lo
oscuravano.
Con simili condizioni abbiamo deciso di
visitare le nostre due famiglie e lo abbiamo fatto alle ore 15:30
circa.
D'altro canto già mercoledì 3 aprile,
quando avevamo dato corso al travaso delle api nelle loro attuali
dimore, avevamo visto che era necessario quanto prima aggiungere
almeno un telaino da nido dotato di foglio cereo per poter dar sfogo
all'evidente necessità di crescita di entrambi gli sciami.
Effettivamente mercoledì scorso
abbiamo notato che, praticamente su tutti e 6 i telaini, che erano
presenti in ciascuna arnia in polistirolo, poi trasferiti nell'arnia
in legno, c'era abbondante covata.
Era quindi veramente necessario
aggiungere telaini nuovi così che le api potessero costruirvi i favi
e deporvi eventualmente ulteriore covata o comunque utilizzarli per
immagazzinarvi scorte di miele e polline.
FOCUS: Telaini da nido e telaini da
melario.
I telaini da nido sono i telaini che
abbiamo visto anche nel precedente post; ovvero dei telaini che
vengono posizionati in quello che viene definito appunto il nido; la
parte dell'arnia ove la regina depone le uova. Nel modello d'arnia
che utilizziamo noi vi è spazio per inserire 10 telaini da nido.
Questi telaini (costruiti con legno d'abete) vengono successivamente
“armati” con filo di acciaio inossidabile oppure zincato. Tale
processo si realizza facendo passare per degli appositi fori,
predisposti sul telaino, il filo metallico. Questo viene quindi ben
tirato e su di esso viene infine adagiato un foglio cereo.
Il foglio cereo altro non è che un
foglio di cera sul quale sono state impressi, grazie ad uno stampo,
gli abbozzi delle cellette esagonali del favo.
Una volta che il foglio cereo è stato
posizionato sull'armatura del telaino si procede ad erogare corrente
elettrica a 12 volt; il calore così generato scioglie la cera in
corrispondenza dell'armatura metallica andando così ad inglobare il
foglio cereo nell'armatura.
Questo procedimento viene posto in atto
per agevolare il lavoro alle api che non devono costruire il favo ex
novo ma dispongono già di una base di partenza.
Lo stesso procedimento viene effettuato
sui telaini da melario. Questi, a differenza di quelli da nido, hanno
un'altezza decisamente inferiore (quasi la metà) rispetto a quelli
da nido.
A cosa servono? Essi sono fondamentali
per la produzione del miele. Infatti il miele che noi mangiamo non
viene prodotto nel nido; quello serve per l'alimentazione della
covata.
Però, una volta che i 10 telaini del
nido sono pieni d'api e dunque ben popolati, si può procedere a
posizionare sopra al nido il cosiddetto melario. Esso è una
struttura di legno la cui altezza è quasi la metà del nido (in un
post futuro scriverò le misure delle nostre arnie con precisione)
all'interno della quale si posizionano per l'appunto i telaini da
melario.
Nei favi che vengono costruiti in essi
le api immagazzinano miele, che è quello che poi noi andremo a
portare a casa.
Quando siamo arrivati in prossimità
dell'apiario abbiamo subito notato un gran via vai di api da entrambe
le casette. Effettivamente la grande quantità d'acqua presente sulle
terre, conseguenza delle abbondanti piogge delle ultime settimane,
unitamente alla giornata soleggiata ed alla temperatura gradevole
hanno determinato diverse fioriture di campo, in primis per
importanza il tarassaco di cui le stradine di campagna nei pressi
dell'apiario sono puteggiate.
In questo periodo peraltro vi sono
mandorli e peschi in fiore; anche di queste specie, nei pressi delle
stradine di campagna e delle sponde dei fossi vicini, ne troviamo
diversi esemplari selvatici.
Le api bottinatrici erano dunque
indaffarate a portare all'alveare polline e nettare. Infatti, dopo
aver indossato le tute giallo sgargiante per la nostra protezione, ci
siamo avvicinati con calma alle due arnie (da dietro e lateralmente,
mai da davanti). Abbiamo potuto notare effettivamente che molte api
entravano cariche di palline di polline nelle zampe.
Il tutto sembra dunque in ordine.
Data questa prima occhiata abbiamo
acceso l'affumicatore utilizzando della paglia ed abbiamo proceduto
ad aprire prima l'arnia rossa e poi quella gialla.
Guardando da dietro le arnie (direzione
dalla quale per l'appunto ci siamo avvicinati per non disturbare il
via vai delle api), queste presentavano i 6 telaini da nido,
travasati mercoledì scorso, l'uno accanto all'altro (distanziati
grazie all'apposito distanziatore in lamiera fissato all'interno
dell'arnia) a partire da destra.
Quindi, poiché l'arnia che utilizziamo
è un modello da 10 telaini (ma ve ne sono volendo anche da 12
telaini) avevamo ancora 4 spazi liberi.
Abbiamo quindi proceduto a spostare
l'ultimo telaino più a sinistra di una posizione, creando quindi uno
spazio vuoto. In questo spazio vi abbiamo posizionato un telaino da
nido nuovo, dotato di foglio cereo che avevamo fissato allo stesso
prima di partire da casa.
A fianco del telaino da nido che
avevamo spostato abbiamo posizionato invece un telaino da melario ed
ancora vicino a questo ancora più a sinistra un altro telaino da
nido vuoto.
La stessa cosa l'abbiamo ripetuta sulla
casetta gialla.
In sostanza quindi adesso ci troviamo
con: 6 telaini con covata, in parte opercolata ed in parte non
opercolata, 2 telaini da nido dotati di solo foglio cereo e dunque
tutti da costruire e nei quali le api potranno mettervi scorte di
miele/polline oppure in cui la regina potrà deporvi ancora covata, e
infine 1 telaino da melario (più corto). In totale 9 spazi occupati
su 10 disponibili.
All'inizio del post avevo detto che la
nostra intenzione originaria era di aggiungere un solo telaino da
nido nuovo, per permettere l'espansione della famiglia.
In corso d'opera abbiamo però
considerato che le due famiglie che abbiamo appaiono effettivamente
molto forti ed in salute ed allora abbiamo pensato di aggiungere 2
telaini da nido anziché 1.
Il telaino da melario invece l'abbiamo
messo all'interno del nido quale sistema bio-meccanico di lotta
all'acaro varroa.
In un post successivo parlerò delle
malattie delle api. Per ora ci basti sapere che la varroa è
La Malattia delle api. Tale flagello è causato per l'appunto da un
acaro, la varroa, importata per errore a fine anni '70 dal sud est
asiatico.
Bene, la varroa attacca soprattutto le
larve della covata e quindi deve fisicamente entrare nella celletta
del favo contenente la larva. Con il tempo si è capito che la varroa
preferisce le cellette da fuco, perchè queste sono più spaziose
rispetto alle cellette da operaia, ed anche perchè restano non
opercolate (cioè aperte e dunque accessibili) più a lungo di quelle
da operaia.
Inoltre si è notato che, mettendo un
telaino da melario nel nido, le api costruiranno a partire dalla base
del telaino da melario, un favo naturale poiché effettivamente il
telaino da melario essendo più corto rispetto a quelli da nido,
lascia spazio vuoto sotto di esso.
La cosa interessante è che le cellette
del favo naturale costruito sotto il telaino da melario sono cellette
da fuco. Ecco che allora possiamo sfruttare questa cosa per eliminare
un buon numero di acari di varroa.
L'importante è non sbagliare i tempi
di intervento. Infatti il fuco impiega 24 giorni dalla deposizione dell'uovo
prima di sfarfallare; pertanto se noi, diciamo dal 20° al 22° giorno,
ci rechiamo in apiario ed eliminiamo (tagliandolo fisicamente) questo
favo naturale costruito sotto il telaino da melario, avremo eliminato
tutta la varroa che sicuramente sarà stata presente all'interno
delle cellette ormai opercolate.
Verso metà della prossima settimana ci
recheremo nuovamente in apiario per vedere come procedono le cose.
Ecco il video dal quale si vede l'operazione di inserimento dei nuovi telaini su una delle due arnie..
Oggi 3 aprile 2013 è stata la prima VERA giornata di primavera.. Il sole ha illuminato gran parte della giornata, in special modo nel pomeriggio, e la temperatura è stata sempre sui 16°. Insomma, una bella giornata!
Io ed Alberto ci eravamo organizzati per portare, questa sera, il nutrimento alle api che non avevamo dato ieri (vedasi post pubblicato ieri 02/04/13). Tuttavia la giornata era così buona che abbiamo deciso di prendere la palla al balzo e di approfittare della nostra visita per procedere anche al travaso delle api dalle due arniette in polistirolo alle definitive casette di legno a suo tempo da noi predisposte..
In quest'operazione ci siamo fatti aiutare da un'amico apicoltore, sempre molto disponibile con noi per insegnarci i rudimenti di questo bellissimo lavoro.
Quindi, vestiti di tutto punto per evitare punture di sorta (il nostro amico, molto esperto, aveva soltanto un cappellino e una piccola retina davanti al viso..!!) ci siamo recati in apiario alle 19:00.
Come siamo arrivati, il nostro amico ha messo della paglia nell'affumicatore ed ha lasciato andare qualche sbuffo di fumo dentro alla prima casetta. Il fumo infatti permette di operare in maggiore sicurezza perchè le api, sentendo l'odore di fumo, percepiscono il pericolo dell'incendio. Per questo motivo, spinte probabilmente da un'istinto innato, si accalcano sulle scorte di miele contenuto nei favi e ne fanno incetta perchè si preparano ad un'eventuale partenza (che effettivamente dovrebbe avvenire se l'incendio fosse reale).
Così rimpinzate sono di certo più docili!
In questo senso comunque anche la bella giornata di sole contribuisce alla tranquillità delle api; una visita in una brutta giornata piovosa è infatti per questo, ed altri motivi, da evitare.
Una volta fatta questa operazione ha proceduto ad aprire del tutto l'arnia e ad estrarre uno ad uno i telaini (in tutto 6 per ciascuna arnia in polistirolo) carichi di api ed a trasferirli nella nuova casetta di legno che preventivamente era stata posizionata nello stesso posto in cui si trovava fino a qualche minuto prima la casetta di polistirolo.
Mantenere la stessa collocazione è fondamentale. Le api infatti quando escono dall'arnia memorizzano esattamente qual'è il punto in cui devono tornare. Se noi spostassimo la casetta anche solo di un metro le api che erano uscite dall'arnia si perderebbero al ritorno poichè non sarebbero più in grado di trovare la porta di casa.
Con estrema gioia abbiamo potuto constatare che in tutti i telaini c'era covata in abbondanza, sia fresca sia opercolata. Nella seconda arnia in polistirolo che è stata aperta abbiamo addirittura visto la regina sul telaino più esterno dell'arnia, il che di solito non avviene poichè la covata viene posizionata sui telaini centrali perchè si tratta di quelli più caldi.
Probabilmente la regina era sul telaino più esterno perchè gli altri, come detto, erano già pieni di covata e quindi cercava spazio ulteriore per deporre le uova.
Domani torneremo a posizionare un paio di telaini per ciascuna arnia, dotati di foglio cereo, così da dare sfogo all'espansione in atto della famiglia.
Oggi, martedì 2 aprile, verso le 19:00
ci siamo recati in apiario per controllare il livello del nutrimento
che avevamo posizionato venerdì scorso.
Nel penultimo post ho scritto che in
occasione dell'ultima visita avevamo inserito una vaschetta piena di
miele, in sostituzione di quella vuota, solo in una delle due casette
perchè l'esito di questa sostituzione di vaschette era stato molto
negativo.
Oggi quindi abbiamo in primis
controllato la casetta che la scorsa volta non avevamo toccato ed
abbiamo notato effettivamente che la vaschetta era vuota ma anche che
sui bordi di questa vi erano ancora dei residui di miele. All'interno
della vaschetta ci saranno state circa una trentina di api (vedasi
foto poco sotto) che erano ancora intente ad assumere questo miele
per mezzo della ligula.
Abbiamo quindi deciso di non procedere
alla sostituzione per due motivi:
1 – per evitare la moria di api che
si è verificata la scorsa volta. E' vero che questa volta, vista la
minore quantità di miele residuo, era presente un numero
sensibilmente inferiore di api all'interno della vaschetta ma d'altro
canto eravamo certi che se avessimo fatto la sostituzione queste
sarebbero morte perchè da qualche minuto aveva iniziato a spirare un
venticello gelido che proprio non si addice alle api.
2 – perchè la giornata di Pasqua,
31/03/13 e di oggi 02/04/13, erano state sostanzialmente delle buone
giornate, abbastanza soleggiate, con temperature massime di 15-16°.
Quindi era probabile che con queste condizioni le bottinatrici
fossero uscite e quindi avessero portato loro stesse nutrimento
all'alveare, riducendo così il fabbisogno di integrazioni da parte
nostra.
Questo secondo punto è stato
avvalorato anche dal fatto che nei pressi dell'alveare abbiamo notato
un'ape, purtroppo morta, che aveva ancora nelle cestelle due
“pallottoline” di polline, segno che aveva appena bottinato un
fiore.
Nella foto qui sotto vediamo, oltre i due
salici potati "a zero", un bosco misto sito a circa 200 metri dall'apiario,
ottima riserva di cibo per le api.
Una volta richiuso il coperchio della
prima casetta abbiamo proceduto ad aprire la seconda, quella in cui
avevamo sostituito il nutrimento la scorsa volta, anche se
incautamente.
Abbiamo notato, con stupore visto che
era trascorso solo qualche giorno dalla sostituzione, che anche
questa vaschetta era stata ripulita di tutto il suo contenuto; in
questo caso, a differenza di quanto abbiamo visto nella vaschetta
della prima arnia, non erano visibili nemmeno tracce di miele (vedasi
foto poco sotto).
Anche in questo caso però abbiamo
deciso di rimandare la sostituzione del “nutritore” perchè
c'erano diverse api (anche in questo caso una trentina) all'interno
della vaschetta vuota e le condizioni meteo (vento freddo) erano
troppo sfavorevoli.
Domani torneremo in apiario con
l'intento di procedere alla sostituzione di entrambe le vaschette,
confidando in temperature leggermente più elevate, così che anche
se alcune api dovessero rimanere nella vaschetta vuota esse non
muoiano di freddo ma riescano autonomamente a tornare nell'arnia.
Ho espresso nel primo post di questo blog quelli che sono stati i principi che ci hanno portato ad iniziare questa avventura. Il pilastro portante del progetto è la diffusione di informazioni e conoscenze sul fantastico mondo delle api, focalizzando l'attenzione sul loro ruolo per l'intero ecosistema.
Come ho scritto sempre nel primo post, cercheremo di diffondere queste informazioni non tanto in modo accademico quanto partendo dalla descrizione del nostro lavoro in apiario.
Portando avanti il nostro progetto ci siamo accorti che la nostra esperienza può essere elaborata ed integrata con altre iniziative al fine di perseguire anche altri obiettivi; in particolare siamo interessati a discutere tematiche quali la valorizzazione e lo sviluppo sostenibile del nostro territorio.
Pertanto il nostro lavoro nell'ambito di questo progetto vuole diventare anche un mezzo con il quale contribuire allo sviluppo ed alla crescita del nostro bel territorio rurale.
Vista dal nostro apiario sulla campagna circostante. Sullo sfondo, a destra, un filare di salici
Facendo conoscere le nostre idee ed il nostro progetto vorremmo trasmettere il messaggio che si può creare un'attività in ambito agricolo che può diventare, un domani, una vera impresa, ma che nel contempo essa viva e prosperi in piena sintonia con l'ambiente naturale e sociale in cui è inserita.
Quindi, fermo restando il primo pilastro richiamato all'inizio di questo post, ciò che vorremmo ottenere, naturalmente nel medio periodo, è uno sviluppo sostenibile con contestuale valorizzazione della nostra terra d'origine e conseguentemente dei prodotti (nel nostro caso prodotti dell'alveare) che ne deriveranno.
Il progetto, come si capisce, è in divenire per cui esprimeremo di certo altre riflessioni ed idee in merito in successivi post.