Oggi, 6 aprile 2013, è stata veramente
una bella giornata primaverile. La temperatura è oscillata tra i 10°
circa della mattina e i 18° raggiunti alle 14:30.
La giornata si è inoltre
contraddistinta per la presenza del sole, anche se ogni tanto
facevano capolino delle nuvole tipiche della primavera che lo
oscuravano.
Con simili condizioni abbiamo deciso di
visitare le nostre due famiglie e lo abbiamo fatto alle ore 15:30
circa.
D'altro canto già mercoledì 3 aprile,
quando avevamo dato corso al travaso delle api nelle loro attuali
dimore, avevamo visto che era necessario quanto prima aggiungere
almeno un telaino da nido dotato di foglio cereo per poter dar sfogo
all'evidente necessità di crescita di entrambi gli sciami.
Effettivamente mercoledì scorso
abbiamo notato che, praticamente su tutti e 6 i telaini, che erano
presenti in ciascuna arnia in polistirolo, poi trasferiti nell'arnia
in legno, c'era abbondante covata.
Era quindi veramente necessario
aggiungere telaini nuovi così che le api potessero costruirvi i favi
e deporvi eventualmente ulteriore covata o comunque utilizzarli per
immagazzinarvi scorte di miele e polline.
FOCUS: Telaini da nido e telaini da
melario.
I telaini da nido sono i telaini che
abbiamo visto anche nel precedente post; ovvero dei telaini che
vengono posizionati in quello che viene definito appunto il nido; la
parte dell'arnia ove la regina depone le uova. Nel modello d'arnia
che utilizziamo noi vi è spazio per inserire 10 telaini da nido.
Questi telaini (costruiti con legno d'abete) vengono successivamente
“armati” con filo di acciaio inossidabile oppure zincato. Tale
processo si realizza facendo passare per degli appositi fori,
predisposti sul telaino, il filo metallico. Questo viene quindi ben
tirato e su di esso viene infine adagiato un foglio cereo.
Il foglio cereo altro non è che un
foglio di cera sul quale sono state impressi, grazie ad uno stampo,
gli abbozzi delle cellette esagonali del favo.
Una volta che il foglio cereo è stato
posizionato sull'armatura del telaino si procede ad erogare corrente
elettrica a 12 volt; il calore così generato scioglie la cera in
corrispondenza dell'armatura metallica andando così ad inglobare il
foglio cereo nell'armatura.
Questo procedimento viene posto in atto
per agevolare il lavoro alle api che non devono costruire il favo ex
novo ma dispongono già di una base di partenza.
Lo stesso procedimento viene effettuato
sui telaini da melario. Questi, a differenza di quelli da nido, hanno
un'altezza decisamente inferiore (quasi la metà) rispetto a quelli
da nido.
A cosa servono? Essi sono fondamentali
per la produzione del miele. Infatti il miele che noi mangiamo non
viene prodotto nel nido; quello serve per l'alimentazione della
covata.
Però, una volta che i 10 telaini del nido sono pieni d'api e dunque ben popolati, si può procedere a posizionare sopra al nido il cosiddetto melario. Esso è una struttura di legno la cui altezza è quasi la metà del nido (in un post futuro scriverò le misure delle nostre arnie con precisione) all'interno della quale si posizionano per l'appunto i telaini da melario.
Nei favi che vengono costruiti in essi
le api immagazzinano miele, che è quello che poi noi andremo a
portare a casa.
Quando siamo arrivati in prossimità
dell'apiario abbiamo subito notato un gran via vai di api da entrambe
le casette. Effettivamente la grande quantità d'acqua presente sulle
terre, conseguenza delle abbondanti piogge delle ultime settimane,
unitamente alla giornata soleggiata ed alla temperatura gradevole
hanno determinato diverse fioriture di campo, in primis per
importanza il tarassaco di cui le stradine di campagna nei pressi
dell'apiario sono puteggiate.
In questo periodo peraltro vi sono
mandorli e peschi in fiore; anche di queste specie, nei pressi delle
stradine di campagna e delle sponde dei fossi vicini, ne troviamo
diversi esemplari selvatici.
Le api bottinatrici erano dunque
indaffarate a portare all'alveare polline e nettare. Infatti, dopo
aver indossato le tute giallo sgargiante per la nostra protezione, ci
siamo avvicinati con calma alle due arnie (da dietro e lateralmente,
mai da davanti). Abbiamo potuto notare effettivamente che molte api
entravano cariche di palline di polline nelle zampe.
Il tutto sembra dunque in ordine.
Data questa prima occhiata abbiamo
acceso l'affumicatore utilizzando della paglia ed abbiamo proceduto
ad aprire prima l'arnia rossa e poi quella gialla.
Guardando da dietro le arnie (direzione
dalla quale per l'appunto ci siamo avvicinati per non disturbare il
via vai delle api), queste presentavano i 6 telaini da nido,
travasati mercoledì scorso, l'uno accanto all'altro (distanziati
grazie all'apposito distanziatore in lamiera fissato all'interno
dell'arnia) a partire da destra.
Quindi, poiché l'arnia che utilizziamo
è un modello da 10 telaini (ma ve ne sono volendo anche da 12
telaini) avevamo ancora 4 spazi liberi.
Abbiamo quindi proceduto a spostare
l'ultimo telaino più a sinistra di una posizione, creando quindi uno
spazio vuoto. In questo spazio vi abbiamo posizionato un telaino da
nido nuovo, dotato di foglio cereo che avevamo fissato allo stesso
prima di partire da casa.
A fianco del telaino da nido che
avevamo spostato abbiamo posizionato invece un telaino da melario ed
ancora vicino a questo ancora più a sinistra un altro telaino da
nido vuoto.
La stessa cosa l'abbiamo ripetuta sulla
casetta gialla.
In sostanza quindi adesso ci troviamo
con: 6 telaini con covata, in parte opercolata ed in parte non
opercolata, 2 telaini da nido dotati di solo foglio cereo e dunque
tutti da costruire e nei quali le api potranno mettervi scorte di
miele/polline oppure in cui la regina potrà deporvi ancora covata, e
infine 1 telaino da melario (più corto). In totale 9 spazi occupati
su 10 disponibili.
All'inizio del post avevo detto che la
nostra intenzione originaria era di aggiungere un solo telaino da
nido nuovo, per permettere l'espansione della famiglia.
In corso d'opera abbiamo però
considerato che le due famiglie che abbiamo appaiono effettivamente
molto forti ed in salute ed allora abbiamo pensato di aggiungere 2
telaini da nido anziché 1.
Il telaino da melario invece l'abbiamo
messo all'interno del nido quale sistema bio-meccanico di lotta
all'acaro varroa.
In un post successivo parlerò delle
malattie delle api. Per ora ci basti sapere che la varroa è
La Malattia delle api. Tale flagello è causato per l'appunto da un
acaro, la varroa, importata per errore a fine anni '70 dal sud est
asiatico.
Bene, la varroa attacca soprattutto le
larve della covata e quindi deve fisicamente entrare nella celletta
del favo contenente la larva. Con il tempo si è capito che la varroa
preferisce le cellette da fuco, perchè queste sono più spaziose
rispetto alle cellette da operaia, ed anche perchè restano non
opercolate (cioè aperte e dunque accessibili) più a lungo di quelle
da operaia.
Inoltre si è notato che, mettendo un
telaino da melario nel nido, le api costruiranno a partire dalla base
del telaino da melario, un favo naturale poiché effettivamente il
telaino da melario essendo più corto rispetto a quelli da nido,
lascia spazio vuoto sotto di esso.
La cosa interessante è che le cellette
del favo naturale costruito sotto il telaino da melario sono cellette
da fuco. Ecco che allora possiamo sfruttare questa cosa per eliminare
un buon numero di acari di varroa.
L'importante è non sbagliare i tempi
di intervento. Infatti il fuco impiega 24 giorni dalla deposizione dell'uovo
prima di sfarfallare; pertanto se noi, diciamo dal 20° al 22° giorno,
ci rechiamo in apiario ed eliminiamo (tagliandolo fisicamente) questo
favo naturale costruito sotto il telaino da melario, avremo eliminato
tutta la varroa che sicuramente sarà stata presente all'interno
delle cellette ormai opercolate.
Verso metà della prossima settimana ci
recheremo nuovamente in apiario per vedere come procedono le cose.
Ecco il video dal quale si vede l'operazione di inserimento dei nuovi telaini su una delle due arnie..
Ecco il video dal quale si vede l'operazione di inserimento dei nuovi telaini su una delle due arnie..
Al prossimo post!
Alessandro
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