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sabato 30 gennaio 2016

Polline giallo e prezioso come l'oro... Il nocciolo. La vita ricomincia.

Si avverte l'eccitazione nell'aria resa umida dalla pioggia. E' tutto un via vai di api che sembrano non curarsi delle gocce d'acqua che cadono perchè innamorate dei fiori dei noccioli che sorgono maestosi sulle rive dei fossi di campagna in prossimità dell'apiario.

Il polline giallo intenso, abbondante e molto nutriente del nocciolo è come manna dal cielo per le api e si vede dal loro atteggiamento.
All'interno degli alveari c'è un gran fermento, l'arrivo del polline permette di nutrire come si deve le piccole apine, le larve, e la famiglia sa che questo significa che è possibile adesso perpetrare la vita.
 
Il polline del nocciolo facilmente visibile sul secondo paio di zampe dell'ape

In una frase, l'inverno sta morendo e la primavera sta nascendo. La fioritura del nocciolo è l'alba della primavera... Si scorgono le prime luci anche se intorno è ancora buio. Ci vorrà ancora qulche tempo prima che la luce inondi tutta la Terra ma ormai non è più un miraggio.

Oggi ho controllato tutti i cassettini posti sotto le arnie.. Come ho già avuto modo di scrivere in altre occasioni, questo semplice strumento di lamiera o di legno è molto affidabile per comprendere lo stato di salute dell'alveare. In particolare, dall'osservazione odierna si può dedurre che in tutti gli alveari è ripresa da qualche tempo la deposizione di uova da parte della regina. Lo si nota dai pezzettini di cera di colore marrone scuro caduti sul cassettino. Si tratta dei residui degli opercoli di cera rotti dalle api nascenti.

Il fondo di un'arnia, oggi 30 gennaio 2016 a Stroppare (Pd)

I residui giallo intenso sono palline di polline mentre i pezzettini di cera giallo chiaro indicano che le api stanno disopercolando il miele per mangiarne.

 
Verso una nuova stagione... Insieme alle api!

Al prossimo post!

Alessandro

domenica 24 gennaio 2016

Le api, una scuola di vita

E' appena passata la settimana più fredda di quest'inverno, almeno sino ad ora... Le temperature hanno sfiorato i -6°C ed anche le massime non sono salite sopra i 4-5°.

Le giornate sono state però soleggiate e questo ha permesso alle api di uscire, almeno nelle ore più calde della giornata, per i voli di purificazione e per iniziare a raccogliere il primo nettare e polline della stagione, poca cosa ovviamente se confrontati con quelli della primavera ma, proprio perchè è inverno, molto importanti.

Passeggiavo oggi in mezzo alle arnie, respirando l'inverno a pieni polmoni e venendo sfiorato dai voli delle api. Ho pensato ai passi in avanti compiuti in questi 3 anni trascorsi ad occuparci delle api, iniziando da zero. E' stata un'avventura emozionante, vera, passionale.

Quando ho visto spuntare il sole prima di mezzogiorno ed ho sentito il tepore mi sono immaginato le api che incominciavano ad uscire per assaporare questa prima ripresa di vita post autunnale e non stavo nella pelle. Volevo andare, non perchè ci fossero lavori particolari da fare, ma essenzialmente per stare in mezzo a loro.
 
Il nocciolo sta fiorendo... Un'ottima notizia.   














Questa passione, questa ancestrale attrazione, fa sorgere una volontà, una voglia di creare, di costruire, di innovare che non ha pari.

Ed ecco... Ho iniziato a scrivere questo post con l'intento di spiegare perchè un buon invernamento, fatto sin da luglio, determini in larga misura le possibilità di sopravvivenza delle colonie d'api e mi sono trovato travolto dal romanticismo, dalla bellezza della Natura che le api inevitabilmente portano con loro.

Il video qui sotto è stato girato una settimana fa esatta.. La giornata di oggi era leggermente più tiepida ed il movimento delle api maggiore.



Ora voglio però parlare dell'invernamento degli alveari... Ma come, parlo dell'invernamento a fine gennaio? Quando l'inverno ormai è quasi alle spalle? Eh si, perchè per capire se le famiglie di api sono state preparate bene per l'inverno è necessario che questo passi.. Solo a quel punto capiremo se avremo fatto un buon lavoro!

A mio avviso, pur dal basso della mia esperienza, sono due le cose che contano veramente a questo proposito. La prima... L'acaro varroa destructor va contrastato prima che sia troppo tardi, ovvero non oltre la metà di luglio di ciascun anno. Se si interviene dopo (come abbiamo fatto noi nel 2015 peraltro) la sopravvivenza degli alveari all'inverno ha minore probabilità di verificarsi.
La seconda... E' bene, in previsione dell'inverno, stringere le api su un numero di favi non superiore a 7-8.

Queste ovviamente non sono regole fisse. In apicoltura non esistono dogmi per cui in molte zone, in certi anni, in determinate condizioni e chi più ne ha più ne metta, quanto scritto sopra potrebbe risultare sbagliato. Quel che voglio dire è che nella zona nella quale oggi è posizionato l'apiario TerraFiorita e per quanto da noi sperimentato, le due regole di cui sopra sono per noi imprescindibili.

Mercoledì sera andremo avanti con la costruzione di arnie e melari in previsione della stagione 2016... Un'altra esperienza bellissima che si intensifica, quella della falegnameria apistica.

Al prossimo post!

Alessandro

domenica 10 gennaio 2016

Gennaio, un mese decisivo per gli alveari

Come potete sentire dal video qui sotto, le parole chiave di questo inverno a Stroppare sono: umidità, umidità ed ancora umidità.

Le api non apprezzano perchè proprio l'umidità è l'unico stato meteo che le api fanno fatica ad accettare.

Gennaio 2016 è stato sinora piuttosto piovoso -in antitesi rispetto a dicembre, assolutamente secco-; le temperature, fatta eccezione per i primi giorni dell'anno, non sono mai andate sotto lo zero ed anzi le massime sfiorano i 10°C.



Le fioriture sinora sono totalmente assenti; stiamo aspettando il nocciolo che l'anno scorso era fiorito già il 6 gennaio. La prossima settimana le previsioni dicono che ci sarà qualche giornata di sole e quindi potrebbe essere la volta buona per la fioritura degli amenti dei noccioli.

Le famiglie d'api, che ho visitato oggi, sembrano chi più chi meno in buone condizioni. In questo periodo è fondamentale assicurarsi che le api abbiano cibo a sufficienza e, soprattutto, che siano in grado di accedervi per nutrirsi. Mi spiego meglio...

In questo momento il nostro apiario si compone di 11 nuclei e 10 arnie. Tutte le arnie sono molto pesanti e questo ci rassicura sulla grande disponibilità di miele all'interno dell'alveare. Tuttavia ciò potrebbe non essere sufficiente. E' infatti decisiva la posizione del glomere di api.
L'arnia nr. 14, ad esempio, presenta il glomere affiancato alla parete est dell'arnia. Molto miele si trova invece sui 5 favi posizionati ad ovest.

Se fa freddo le api non si muovono dalla loro posizione in quanto è il calore del glomere che assicura loro la vita. Allontanarsi, pur di qualche decina di centimetri, per andare a prendere il miele significherebbe la morte.

In questi casi occorre approfittare di giornate soleggiate e con temperature le più elevate possibili per aprire velocemente l'arnia ed affiancare al glomere un favo carico di miele. In alternativa bisogna posizionare nell'immediata prossimità del glomere la nutrizione integrativa (es. il cosiddetto candito).

Tornando al nostro apiario oggi ho dotato tutte le famiglie di una vaschetta contenente candito da noi preparato. Si tratta di un alimento solido, molto importante in inverno. Gli alimenti liquidi (ad esempio gli sciroppi zuccherini) potrebbero causare fenomeni di diarrea, molto pericolosa in questo periodo dell'anno.

Il candito.. Miele, zucchero a velo e limone.


Ogni nutrizione di sostegno e/o stimolante viene interrotta molto in anticipo rispetto al posizionamento dei melari per la produzione di miele.

Al prossimo post!

Alessandro

venerdì 1 gennaio 2016

Appunti di viaggio. L'apicoltura va anche scritta.

Ho imparato sul campo che è fondamentale in apicoltura (ma non solo vorrei dire...) scrivere, scrivere e ancora scrivere.
Mi riferisco agli appunti presi direttamente in apiario, scritti sull'affezionato quadernetto direttamente appoggiati sul tetto di un'arnia oppure sul ramo di un albero.. Insomma appunti e schizzi frutto dell'osservazione diretta delle api e proprio per questo molto interessanti.

Per condurre un insieme di famiglie di api in maniera corretta è essenziale conoscere bene tutte le colonie. E' necessario avere ben chiaro in testa quali sono le caratteristiche predominanti di ciascuna regina, la popolosità della famiglia, la quantità di scorte disponibili e molto altro ancora.

Appunti tra la Natura...

Per avere sempre sotto mano tutte queste informazioni è necesario aquisirle quando disponibili, ovvero quando visitiamo fisicamente le nostre famiglie d'api. Poi, in inverno soprattutto, leggere questi appunti e rifletterci sopra, aiuta a migliorare la gestione delle api l'anno seguente.

Tuttavia anche l'inverno offre molti spunti di riflessione. Pur non potendo aprire le arnie, perchè troppo freddo, è possibile comunque capire molto sullo stato di salute di un'alveare semplicemente osservando i residui caduti dall'arnia sul fondo posto sotto la stessa.

Si tratta di un semplice pezzo di legno o di lamiera estraibile. Su di esso cadono prevalentemente pezzetti di cera e palline di polline. Il colore della cera è molto importante perchè se molto scura generalmente indica che è nata della covata, se chiara invece la famiglia sta togliendo il velo di cera posto sopra le cellette cariche di miele per consumarne.

Ogni tanto mi piace intervallare gli appunti con bozzetti di api operaie.. In questo caso una bottinatrice su fiori di lavanda

In inverno la quantità di materiale che cade e, soprattutto, l'estensione dello stesso sul fondo, ci dà un'idea abbastanza precisa sulla popolosità della famiglia, sulla sua forza e quindi in ultima analisi sulla probabilità che la stessa superi l'inverno.

Oggi è il primo gennaio 2016 e, da un punto di vista apistico, è ormai imminente la fioritura del nocciolo. I fiori maschili sono di fondamentale importanza per le api perchè ricchissimi di polline qualitativamente pregiato. Si tratterà del primo polline della stagione e, quindi, della prima fonte di proteine fresche per le nostre api. Che dire... Una bella boccata d'ossigeno dopo i sempre difficili mesi di novembre e dicembre.

Buon anno a tutti voi lettori del blog di TerraFiorita e, come di consueto, al prossimo post!

Alessandro