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domenica 4 agosto 2013

Le api operaie

Le api operaie sono la vera e propria forza lavoro dell'alveare. Ancora una volta ciò che colpisce è l'estrema organizzazione necessaria per lo svolgimento dei diversi compiti, indispensabili perchè la vita della famiglia prosegua secondo le regole stabilite da Madre Natura.

L'ape operaia, dal momento in cui la regina depone l'uovo, impiega 21 giorni per nascere (tecnicamente per sfarfallare). Dallo sfarfallamento la vita media dell'operaia è di 40-50 giorni, fatto salvo il periodo invernale in cui la durata della vita delle operaie è maggiore proprio per permettere alla famiglia di passare l'inverno.
 

 
L'ape operaia, a differenza della regina che si nutre di sola pappa reale per l'intera sua vita, si ciba di miele e polline.

Le operaie svolgono all'interno dell'alveare molteplici compiti, tutti necessari per la sopravvivenza del “superorganismo”, e tali attività sono diverse a seconda dell'età dell'ape.

In particolare, dalla nascita e per i primi 5 giorni di vita le operaie si occupano della pulizia delle celle del favo, di tenere riscaldata la covata e, verso la fine di questo micro-periodo, di nutrire per mezzo di miele e polline, le larve adulte.

Dal 6° al 13° giorno le nostre operaie continuano a nutrire le larve ma in questo periodo accudiscono quelle più giovani, fornendo loro la pappa reale, sostanza interamente di origine animale secreta da particolari ghiandole delle api operaie in questo periodo della loro vita.
In questo micro-periodo le operaie, essendo in grado di produrre pappa reale, si occupano anche della nutrizione dell'ape regina.
Infine si occupano dell'immagazzinamento del cibo -miele e polline- nelle celle dei favi.

Dal 14° giorno e sino al 21° si occupano della costruzione dei favi in cera (la cera viene secreta dalle ghiandole della cera) e della ventilazione dell'alveare.

Personalmente questa attività è quella, tra le tante poste in atto dalle api, che mi stupisce di più per via dell'ingegno che essa comporta.
Le api ventilatrici, sbattendo le ali, generano movimento d'aria e questa attività è di fondamentale importanza nel periodo estivo quando la calura di fa sentire ed allora è particolarmente difficile mantenere costante la temperatura all'interno dell'alveare.

Tra un'attività e l'altra le api operaie iniziano con i primi voli di orientamento all'esterno. Negli ultimi giorni di questo periodo di vita le operaie si occupano della sicurezza dell'alveare poiché divengono api guardiane.
Esse si posizionano tipicamente sul predellino di volo o comunque nei pressi dell'ingresso e controllano chi entra. Questo per evitare naturalmente che possano entrare insetti nemici ed anche per evitare che entrino altre api non appartenenti alla loro famiglia.
I fuchi possono entrare in qualunque alveare; le guardiane li lasciano passare. Essi infatti, essendo maschi, sono portatori di materiale genetico potenzialmente necessario per la vita ed allora possono entrare in qualunque alveare liberamente.

Dal 22° giorno e sino al termine della sua esistenza l'ape operaia diviene bottinatrice; essa si occupa dunque di raccogliere (per l'appunto bottinare) il polline ed il nettare dai fiori, oltre alla propoli dalle gemme di alcuni alberi.

Le operaie, pur essendo tutte femmine, non depongono uova, essendo l'ape regina l'unica ad essere fecondata dai fuchi e dunque l'unica a poter generare nuova vita nell'alveare.
In verità capita talvolta che un'operaia si “elegga” allo status di regina ed inizi a deporre. Capita quando la famiglia diviene orfana e non viene allevata una nuova regina.
L'operaia in questione -detta regina fucaiola- non è però stata fecondata ed allora deporrà solo uova non fecondate, dalle quali nasceranno sempre e soltanto soggetti maschi (fuchi).

A mio avviso l'aspetto in assoluto più interessante della società delle api è quello per il quale migliaia di individui -le operaie-, anche 70/80.000 nel periodo di massima espansione della famiglia, svolgono diligentemente ed ordinatamente un gran numero di compiti, rispettando sempre ossequiosamente gli ordini impartiti -per mezzo dei feromoni- dal capo indiscusso della colonia, l'ape regina.

E tutto questo al fine di permettere la sopravvivenza e la proliferazione dell'intera famiglia e quindi della specie, che altrimenti non sarebbe possibile.
 
Al prossimo post!
 
Alessandro

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